mercoledì, aprile 20, 2011

Il Terzo mondo nel casolare diroccato

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I carabinieri hanno sgomberato il casolare. SERVIZIO COLORFOTO

Vicenza. Il Terzo mondo è un casolare diroccato lungo la Marosticana. Manda odore di escrementi, mischiato a quello di rifiuti marci. Per terra, cocci di bottiglia e lattine di birra, tegole in frantumi, scarpe vecchie e pacchetti di Merit calpestati. Quel che resta di una bicicletta spunta da un anfratto dell'edificio trasformato in autentica discarica. Due passi più in là, una baracca in lamiera è una cloaca nauseabonda. Due gradini più su, un paio di stanzette sono trasformate in camere da letto: in una c'è un materasso, nell'altra solo tavole di legno; ci sono però le coperte, alcune belle, di lana a scacchi colorati, e su una parete c'è pure un poster, un primo piano femminile recuperato chissà dove. Quelle quattro mura cadenti erano diventate da tempo la dimora notturna di molti clochard: la "Vicenza invisibile" che ieri è venuta prepotentemente allo scoperto.
LO SGOMBERO. Dieci uomini, tutti romeni di mezza età, sono stati fatti allontanare dalla struttura che sorge al civico 106. È stato uno "sgombero annunciato": sollecitato dai residenti della zona e attuato ieri di buon mattino dai carabinieri, insieme con il curatore fallimentare oggi responsabile della struttura su incarico del tribunale.
Sotto un tetto che quasi non c'è - mezzo bruciato un anno fa in un incendio causato dal mozzicone di sigaretta di un barbone - quei dieci romeni avevano trascorso la notte, l'ennesima, in attesa di uscire per andare al "lavoro". Quale? Chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Fanno questo, secondo i carabinieri, le persone identificare ieri: non sono delinquenti, accattoni sì, cui capita persino di seminare monetine sul pavimento del casolare. E se di giorno li si incontra nelle piazze, di notte sembrano sparire: in realtà vanno lì, anzi, andavano lì, in quella "casa di nessuno".
IL FALLIMENTO. L'ultimo proprietario della struttura, infatti, era l'Immobiliare Erige, società che è stata dichiarata fallita nel dicembre 2010. L'abbandono di quel casolare, però, risale a molto prima. Da tanti mesi le famiglie che vivono in quella zona avevano notato movimenti notturni e avevano chiesto alle forze dell'ordine di attivarsi. I carabinieri lo avevano fatto, ma i senzatetto erano tornati ad occupare lo stabile. Per loro era diventata una dimora a costo zero.
Zero come il livello di sicurezza e di igiene di quegli ambienti, i due motivi principali per i quali si è reso urgente lo sgombero. Nei giorni scorsi i carabinieri avevano avvisato i senzatetto che sarebbero stati allontanati. Il curatore fallimentare aveva sollevato soprattutto il problema della sicurezza: del resto, dormire sotto i coppi che cadono nascondeva gravi pericoli per l'incolumità delle persone.
E ORA? Adesso il curatore fallimentare dovrà provare a vendere l'immobile. Nel frattempo gli accessi saranno murati e saranno completate la messa in sicurezza e la "bonifica" iniziate ieri. L'incertezza non riguarda soltanto il destino di quelle mura, ma anche quello di chi le abitava: la "Vicenza invisibile" che ora tornerà tale, in attesa del prossimo sgombero da chissà dove.

Marco Scorzato

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